sabato 4 luglio 2009

Voleva far conoscere i suoi urli al mondo. Li ha sviluppati.

Ancora non avevo proposto la fotografia come ShOuT. Certo ce ne sono tante, ma qualche giorno fa leggevo...
David LaChapelle(1963). Il suo primo lavoro fotografico viene pubblicato da "Details" e già mette in luce le sue caratteristiche: colori forti, irriverenza e provocazione. La sua è una formazione sul campo che risente profondamente del rock, del pop, del cyber.

Il suo lavoro si colloca perfettamente nella nostra società dell'immagine, in cui il messaggio deve essere URLATO per emergere per essere, quindi, notato.


Immagini/messaggi sui muri, figli di due genitori?

Oltre ad apprezzare il suo lavoro mi sono chiesta:
Sarà quest'ultima affermazione lo stesso principio che spinge i graffitari o imbrattatori o più in generale coloro i quali colorano i muri delle città, ad agire?!? Per essere notati, per non far cadere il loro ShOuT nell'anonimato.
Potrebbe essere un'ipotesi da valutare quella secondo cui la loro forma d'arte non è figlia della pittura, o meglio non è SOLO figlia della pittura, ma ha due genitori, l'altro è la fotografia. Infondo sui muri osserviamo stralci di vita quotidiana reinterpretati secondo le proprie tecniche e il proprio stato d'animo. Difficilmente vediamo messaggi/immagini che si riferiscno ad un periodo storico diverso da quello attuale, che non siano influenzati dalla situazione odierna.Il più delle volte, inoltre, COLGONO L'ATTIMO, vengono realizzate nel momento in cui vengono pensate o viceversa, così come la fotografia amatoriale o più spontanea.

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