Non potevo non cogliere questa sua soffiata e andare a vedere di cosa si trattasse.
Un accenno alla prefazione del libro a cura di Francesco Bressani: Cos'è l'urlo se non lo sfogo esteriore di un malessere profondo? Se non il tumultuoso liberarsi di un disagio lamentoso che riecheggia prigioniero nei passaggi cavernosi di un'interiorità irrequieta? L'urlo è, ed è così da sempre, il punto culminante di un processo disperato d'esternazione. Processo che Munch, per indicare l'esempio più celebre, ha fotografato in modo esemplare usando pennelli e tempera; riuscendo ad esprimere con travolgente forza il tema del disagio esistenziale, di una disperazione quasi metafisica che coinvolgeva sì se stesso, ma anche l'intera categoria dell'uomo.Lisetta, spinta da ciò che lei stessa chiama mal di vivere, opera un tentativo analogo, anche se più legato all'intimo e al personale, mediante l'uso delle parole e del coraggio, non comune, di aprirsi di fronte a un foglio di carta, e quindi di fronte a tutti coloro che si accingeranno a leggerlo (...)
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